“Ma l’esistenzialista quando descrive un vile dice che questo vile è responsabile della sua viltà. Questo vile non è così per il fatto che ha un cuore, un polmone o un cervello vile; non è così in base ad una particolare organizzazione fisiologica: è così perché con i suoi atti si è dato la forma di vile. Non c’è temperamento vile (…) il vile è definito tale in base all’atto che ha compiuto. La gente ha una oscura sensazione e prova orrore per il fatto che il vile che presentiamo sia colpevole d’essere vile. La gente vuole che si nasca vili o eroi (…) L’esistenzialista, invece, dice che il vile si fa vile, l’eroe si fa eroe; c’è sempre la possibilità per il vile di non essere più vile e per l’eroe di non essere un eroe”
Questo è un libretto di istruzioni per essere una persona. Dice che c’è sempre una possibilità, non esiste nessun temperamento, e non esiste un destino, che mentre realizzi te stesso realizzi l’intera umanità, i progetti che fai, anche quelli individuali, hanno un valore e una ricaduta universale e, questo è importante, i segni non esistono, i valori sono quelli che ti dai tu e scegliendo te stesso scegli l’uomo come dovrebbe essere. Semplice, no? Regalo del mio professore di letteratura ai tempi del diploma. Professore per cui avevo una evidente inclinazione e quindi all’inizio una reliquia sentimentale, poi un codice di condotta, una specie di guinzaglio per non fare cazzate, poi un appunto – non c’è bisogno di sperare per agire -per non cercare scuse. Nelle istruzioni Jean-Paul Sartre ci spiega, infatti, che non ce ne sono, e che dobbiamo cavarcela da soli. La lezione mi è servita.
L’esistenzialismo è un umanismo, Jean-Paul Sartre, 1945