“Più tardi domando a Barbara perché si lascia abbracciare a quel modo e lei scrolla di nuovo le spalle, chiedendomi perché mai dovrebbe badarci. Perché a me secca, le rispondo. Suggerisce, soffocando una risata, che allora dovrei essere io a reagire, se la considero la mia ragazza. Ma più tardi, in camera, mi dice che le dispiace.
“Vuoi dire che ti dispiace per me?” le chiesi.
“Sì.”
“Pensi allora che potremmo fare l’amore?” dissi spogliandomi.
“Dipende.”
“Da che cosa?”
“Ce la farai a fartelo venire duro?”
“Non lo so,” risposi. “Ho bevuto troppo, però potrei farcela domattina, la mattina mi viene sempre duro.”
“Invece io di mattina non ne ho mai voglia.”
“Adesso mi basterebbe un po’ di tenerezza, Barbara.”
“Allora comprati un orsetto di peluche e stringitelo.”
“No, è da te che ho bisogno di essere stretto, soltanto da te. Ti amo, e in questo momento la vita mi fa davvero tremare.”
“Lo so Charlie,” disse lei, “si vede.”
Che bel corteggiamento, pensai.”
Il primo romanzo del ciclo della Factory.
Charlie è morto: picchiato a sangue, innamorato, con gli occhi aperti. Lei è Barbara Stanwyck, quella di Double Indemnity di Billy Wilder. Non c’è neanche bisogno di dirlo, non viene detto ma è lei al suo meglio di donna dominatrice del noir, quindi la peggiore. Come in Double Indemnity ci sarà un corpo scaricato nel posto sbagliato, e un uomo, Charlie, che registra delle cassette audio in cui racconta cosa, tutto, è andato storto. Le ascolterà un sergente di polizia della A14: Sezione Delitti Irrisolti, uno che davanti al volto della vittima, o quello che ne resta, si ostinerà a cercare di capire perché un uomo al quale viene domandato: vuoi essere a fatto a pezzi, distrutto dentro e fuori? risponde di sì. Anche qui non importa chi è il colpevole, qualcosa ha fatto scempio di Charlie molto prima che incontrasse i suoi carnefici, prima di Barbara e del tipo robusto che la tocca ghignando davanti a lui, solo per farlo andare fuori di testa. Charlie prima di morire ha capito tutto, ha tenuto gli occhi aperti, ma era troppo tardi. Adesso chi l’ha fatto fuori pagherà, ma cosa importa? Quando muori con gli occhi aperti l’ultima cosa che vedi è il tuo assassino, quello vero, e quasi mai si tratta di un uomo in carne ed ossa. E Charlie ha iniziato a morire molto prima che la storia dei suoi assassini si incrociasse con la sua. Ed è questa la vera indagine che Derek Raymond porta avanti nel romanzo senza la minima sbavatura. Un’ indagine su un caso di morte in vita, la dura vita infelice di Charlie Staniland, che non ha avuto la possibilità di vivere ad occhi chiusi, come tutti, che ha scelto di morire tenendoli ben aperti.
E morì ad occhi aperti, Derek Raymond, 1984
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