AMANDA: Rimettiti a sedere, e pensa a restar fresca e riposata per i tuoi pretendenti
LAURA: Non aspetto nessun pretendente.
AMANDA: (si avvia verso la cucina. Gaiamente) Verranno, verranno; ti faranno un’improvvisata. Mi ricordo un pomeriggio
di domenica a Blue Montain… (ed è in cucina)
TOM :Ce lo ricordiamo anche noi! Ci perseguita, quel pomeriggio a Blue Montain!.
Tom, Laura, Amanda. Un ragazzo, sua sorella, la loro madre. Anche questo un dramma sulla memoria e sull’umiliazione. Tom ricorda le donne della sua vita e nel farlo ci racconta com’è andata con loro, come gli è stato difficile lasciarle, come è impossibile dimenticarle. Amanda, la madre: la sua vita è spezzata, troppa fatica, ogni tipo di fallimento, una voglia di rivalsa che è un’arma puntata contro i loro figli, che però di vincere qualcosa, fosse anche solo loro stessi, non ne vogliono sapere. Laura: la sua bellezza comune, niente di eccezionale, guastata da un difetto fisico; è fragile, Laura, come le statuine di vetro che colleziona, a Amanda vorrebbe temprarla, fare di lei una che affronta il mondo e vince, una che trattiene la sua felicità tra le mani, con decisione. Ma Laura non la puoi plasmare, lei è fatta di vetro, e non crederà mai veramente di poter meritare un’occasione per essere amata sul serio. Nella sua testa ci sono bagliori colorati e musica, fuori solo la voce sprezzante della madre, che la umilia con i suoi incoraggiamenti, con i suoi discorsi strampalati, malati di nostalgia. Una sera in cui tutto sembra sul punto di dover cambiare niente andrà come deve. La luce salterà, le candele creeranno equivoci, la famiglia andrà in mille pezzi.
The Glass Menagerie ( Lo zoo di vetro), Tennessee Williams, 1944