
Donne date fuoco al focolare domestico, oppure trasformatelo in una stanza tutta per voi; ancora meglio: realizzatevi e diventate il focolare di voi stesse. Con questo libro Simone de Beauvoir prende a calci l’ideale di felicità borgese e sembra urlarti in un orecchio: sveglia! Io quell’urlo l’ho sentito molto presto e subito è diventato una voce amica. La prima parola che mi ha insegnato è: libertà. La libertà è un bel vizio, quando inizi a concedertela diventi più forte, il mondo si apre, si allarga, e tutte le stronzate che vorrebbero restringerlo vengono spazzate via, mentre ti occupi di riordinare i tuoi pensieri, più che i calzini. Pregiudizi, storie di mogli illustri che hanno scommesso tutto sulla persona sbagliata, scegliendo di non scommettere su loro stesse, testimonianze, teorie, storia dell’immaginario femminile. Il secondo sesso nasce da una rivelazione. Simone de Beauvoir aveva quarant’anni quando realizza che un racconto in malafede, costruito a immagine e somiglianza dell’uomo, ingabbia la questione femminile, decide allora di fare chiarezza, di dire senza mistificare l’oggetto del discorso, la donna. Una cosa su tutte viene detta e già che ci sono la ripeto anch’io con lei: nessuna contingenza, nessun patto, nessun ruolo, nessuna giustificazione sociale, nessun valore dettato dall’esterno può avere pretesa sulla scelta individuale. L’importanza di avere presa sul mondo, sulla propria vita, sul proprio corpo, sulla propria mente, la necessità di non delegare, di non cadere sotto una facile tutela: questo è quanto si dice in questo gran tomo, perché nessuna prigione, nemmeno la più dorata, può trasformarsi mai in un cielo dorato di gloria, e questo ogni donna dovrebbe tenerlo a mente, sul serio.
Il secondo sesso,Simone de Beauvoir, 1961