Sono al cinema. Assisto alla proiezione del film. Assisto. Come la levatrice che assiste a un parto e nello stesso tempo assiste la partoriente, sono presente al film secondo la modalità doppia (e tuttavia unica) di essere-testimone e di essere – aiutante, lo aiuto a vivere, perché è in me che vivrà e perché è fatto per questo: per essere guardato, vale a dire per non arrivare a esistere che sotto lo sguardo. Il film è esibizionista, come lo era il romanzo classico del secolo scorso, con intreccio e personaggi, questo romanzo che il cinema imita (semiologicamente), che prolunga (storicamente), che sostituisce (sociologicamente, perché lo scritto ha preso oggi altre strade)
Christian Metz, Il festino furtivo, traduzione di Antonio Costa, dalla rivista Cinema e Cinema, anno 4, numero 13, 1977.
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